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14 ottobre 2008

Viva preoccupazione del Senato Accademico per gli effetti che la recente normativa nazionale ha già prodotto sull’Ateneo


Il Senato accademico, nella seduta del 9.10.2008, dopo ampia discussione in merito all’inizio dell’anno accademico e alle politiche dell’Università, con particolare riferimento alle attività della didattica e della ricerca, ha approvato all’unanimità il seguente documento


Il senato accademico dell’Università di Cagliari, ascoltate le relazioni dei Presidi sull’inizio dell’anno accademico, esprime la più viva preoccupazione sugli effetti che la recente normativa nazionale ha già prodotto sull’Ateneo, limitandone la funzionalità a livello di numerosi corsi, e, soprattutto, sulle ulteriori conseguenze che potrebbero prodursi in prospettiva in assenza di un deciso cambiamento di rotta.

Emerge, infatti, un quadro allarmante che porterebbe, nel giro di pochi anni, ad un progressivo sfaldamento del Sistema universitario nazionale basato sulle Università pubbliche presenti in tutte le Regioni del Paese. A questo sistema si sostituirebbe, infatti, un sistema dualistico caratterizzato dall’emersione di pochi centri di eccellenza che potrebbero mantenere elevati livelli in campo didattico e scientifico solo grazie a finanziamenti pubblici straordinari o a finanziamenti privati (ovviamente possibili in misura adeguata soltanto là dove il tessuto economico e sociale sia in grado di supportare adeguatamente l’istituzione universitaria, condizionandone, peraltro, l’autonomia costituzionalmente garantita).

In particolare, a livello didattico ciò produrrebbe la conseguenza inaccettabile che la formazione della classe dirigente del Paese non sarebbe più affidata a un Sistema pubblico diffuso sul territorio ma soltanto ad alcuni centri di eccellenza la cui autonomia sarebbe progressivamente meno garantita.

Il Senato accademico è ben consapevole che la delicatezza dell’attuale contingenza economico – sociale esige da tutti gravose assunzioni di responsabilità e si impegna quindi a contribuire, attraverso ulteriori processi di razionalizzazione delle attività e delle spese dell’Ateneo cagliaritano, in un’ottica di trasparenza e di verifica esterna dei risultati conseguiti, all’evoluzione di un sistema universitario funzionale agli interessi del Paese.

Non può però non segnalare al Governo nazionale, a quello regionale, alle forze politiche e sociali e alla pubblica opinione che la deriva attualmente in atto, in assenza di forti correttivi, potrebbe produrre nel giro di pochi anni conseguenze assai gravi e irreversibili per l’intera società italiana.

Si pensi soltanto alla progressiva fuga dei cervelli dall’Università pubblica che verrà a determinarsi in seguito al sostanziale blocco del ricambio generazionale del corpo docente: gli Atenei italiani non saranno, infatti, più in grado di trattenere al loro interno i giovani più dotati e meritevoli, privi ormai di qualsiasi prospettiva, e non potranno quindi garantire, nel breve volgere di pochi anni, un futuro di qualità nello svolgimento delle attività didattiche e della ricerca scientifica.


Il Senato accademico ritiene che qualsiasi forma di proposta e di protesta in tanto possa conseguire effetti significativi solo in quanto rappresenti il risultato di una scelta che sia compiuta, in piena consapevolezza e condivisione, da tutte le componenti universitarie e sia frutto di un dibattito allargato a livello nazionale.

Dà quindi mandato unanime al Magnifico Rettore di diffondere il contenuto della presente delibera e di portarlo all’attenzione della Conferenza dei Rettori al fine di elaborare una strategia nazionale che sia in grado d’incidere, anche attraverso adeguate e rilevanti forma di protesta, sui processi politici e legislativi in atto, determinando un significativo mutamento di rotta, quantomeno in relazione a quei profili che appaiono oggi inaccettabili non soltanto per il futuro dell’Università, ma per il futuro di un Paese come l’Italia che ha, tra l’altro, sottoscritto impegni internazionali nei confronti dell’istruzione di alto livello e della ricerca che appaiono oggi disattesi.

Ritiene inoltre che un segnale forte che sottolinei la gravità della situazione debba essere inviato anche al Governo e al Consiglio regionale perché, nell’ambito delle competenze loro riconosciute dallo Statuto di autonomia e nel quadro della fattiva collaborazione ormai da tempo instaurata con i due Atenei dell’Isola, si attivino responsabilmente al fine di evitare che il sistema Universitario sardo, e con esso l’intero sistema della ricerca scientifica e tecnologica della nostra isola, possa subire danni particolarmente gravi che finirebbero per ripercuotersi, come appare evidente, sulle stesse prospettive di sviluppo economico e sociale della Sardegna.

fonte: unica.it

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