mood: riflessiva
ogni volta che studio storia moderna (sono a quota 2) e arrivo al capitolo di Martin Lutero a capo della rivolta protestante mi viene da pensare. forse ho già fatto un discorso del genere, ma davvero mi lascia corrucciata.
Lutero diceva di non vedere parallelismo *chiamiamolo così* tra ciò che il fondatore della Chiesa, Gesù Cristo, diceva nelle Sacre Scritture, e il comportamento degli ecclesiastici così attaccati ai beni materiali e convinti che con la confessione (e qualche versamento..) si potesse perdonare il fedele. Egli invece, razionalmente, vedeva la religione e la fede soltanto tra l'uomo e Dio, senza intermediari.
perchè non mi sembra strano?
egli inoltre sosteneva che nelle Sacre Scritture non vi era nota nè della Chiesa nè del Papa, che quindi sono superflui.
perchè mi sembra così naturale? forse andremmo incontro a un cristianesimo fai-da-te, o è solo la concezione del nostro tempo che mi fa pensare così?
inoltre anche Calvino mi mette la pulce nell'orecchio. egli sottolinea l'ideologia della "predisposizione", ovvero che è Dio che decide chi verrà salvato e chi sarà condannato alla dannazione eterna. perciò l'uomo deve lavorare tutta la vita per raggiungere la grazia divina, non solo attraverso qualche buona azione fatta per sentirsi con la coscienza a posto.
ora, come già mi è accaduto l'anno scorso. sono in crisi mistica. qualcuno mi aiuti. perchè qui c'è il rischio che Erika mi diventa protestante ;)